Se l'UNIRE "è quello che è", l'ippica non può non avere un punto di riferimento, pratico e strategico. Una propria voce che tenti di dare corpo alle proprie esigenze. E pure un mezzo per esprimersi e per difendersi. Con questo spirito costruttivo, Guido Melzi 'Eril, amministratore delegato di HippoGroup Torino è tornato nuovamente sulla tolda della "sua amatissima ippica" accettando la presidenza di Federippodromi, che, non può non essere considerato un centro di potere operativo e non può non essere identificato nel mero cuore della storia, vera casa madre di tutte le battaglie, oggi più che mai un'alternativa politico-strategica all'immobilismo dell'UNIRE. "Ho detto sì - commenta Melzi - perchè c'è bisogno di un punto di riferimento, quest'ippica ha bisogno di esprimersi e di essere difesa, capita ed apprezzata. C'è bisogno di un colpo d'ala, per garantire nuovi percorsi. Sotto questo profilo, posso dire di essere fortemente motivato." Melzi è inequivocabilmente la persona che più di ogni altra ha tentato di scrivere il cammino dell'ippica italiana negli ultimi 30 anni. Da Capannelle, a Varese, a Torino, all'UNIRE come segretario e commissario, a vicepresidente e presidente di Federippodromi, non certo agitato dal desiderio di conquistare il cadreghino, quanto piuttosto mosso da un desiderio di spalmare la propria ideologia di uomo probo e appassionato. All'UNIRE si è arreso di fronte alla potenza della burocrazia, come presidente di Federippodromi è sicuramente più in sintonia con il senso pratico delle cose, coraggioso vessillifero di un mondo che ha assoluto bisogno, in questo momento, di essere rappresentato. "E' il momento delle riflessioni rapide - conclude - ma è certo che dobbiamo trovare compagni di ventura che salgano su questo carro." E insomma, considerando il momento critico, è stata accesa per l'ennesima volta la fiammella della speranza.